sabato 20 dicembre 2008

vigilia lontana

Vigilia lontana

Un cielo di neve è caduto
su piazza Rovetta.
Domani è Natale.
C’è ancora qualche bancarella
con il suo tetto di tela grigia
e sotto, i giochini da nulla
suonano campanellini di latta
- pare una chiesa la piazza-.
“Auguri, siòr” “. Esce la voce
da uno scialle di lana bianco –
“Vuole comperare l’ultimo gesubambino?
Grazie, faccia un buon natale”.
Dalla Loggia mi rincorre
fino a sanfaustino
quell’odore così dolce delle arance
sulle labbra.
A casa, mia madre
prepara il ripieno
per il tacchino,
c’è sulla credenza
la carta colorata dei regali:
sono arrivati i nonni!
Ridono con mio padre,
di là, nell’altra stanza.
Adesso è tutto buio, fuori.
Sui vetri si arrampica
disperata
una ragnatela di ghiaccio
ma nel mio cuore esulta
la voglia di pensare che,
a mezzanotte,
Qualcuno
toccherà con le sue dita
la finestra.
e.a.n.

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